ROMA - Oltre 40 feriti, un manifestante perde la mano per lo scoppio di un petardo. Sette i fermati, 20 denunciati. Decine di giubbini per terra, gli antagonisti si spogliano prima di scappare. Colpiti con bottiglie i fotografi.
Pomeriggio di guerriglia nel cuore della Capitale. Prima le uova e le arance, poi i petardi, i bastoni e le catene. All’altezza di piazza Barberini la polizia ha caricato i manifestanti. Venti i feriti: un giovane sudamericano rischia di perdere tre dita di un mano per lo scoppio di un petardo. Sei persone fermate. In questi minuti il corteo è ritornato nella zona di Porta Pia da dove era partito.
«Il diritto a manifestare, soprattutto per un tema tanto importante e drammaticamente attuale come quello dell’emergenza abitativa - ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino - non può trasformarsi negli atti di violenza a cui abbiamo assistito oggi nel centro di Roma. Una violenza che non è solamente fisica, ma colpisce con forza l’intera città, che svolge il suo ruolo di Capitale ospitando cortei e manifestazioni e ne riceve in cambio scontri e disordini».
Le ragioni della protesta
Sarà un «assedio ai palazzi del potere». I Movimenti per la casa, e non solo, avevano presentato così il corteo. Una marcia anche «contro il governo Renzi, l’austerity, il jobs act e il piano casa» che si snoderà per piazza Fiume, via Piave, via XX Settembre, largo Santa Susanna, via Barberini e via Veneto. E proprio via Veneto è considerata una zona «calda» della protesta, con il previsto sit-in davanti al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Da lì i manifestanti proseguiranno per via del Tritone, via del Traforo, via Milano, via Nazionale, piazza della Repubblica, via Einaudi, viale de Nicola, via Solferino, piazza Indipendenza, via San Martino della Battaglia, viale Castro Pretorio e via del Policlinico per fare poi ritorno a Porta Pia.
Anche gli studenti
Tra i manifestanti affluiti a Porta Pia ci sono anche i collettivi universitari, almeno trecento studenti, che hanno sfilato partendo da piazzale Aldo Moro, davanti all’ingresso dell’università La Sapienza. I ragazzi hanno uno striscione con su scritto: «Dalle metropoli alle università, assediamo le città». Sotto il monumento dedicato ai bersaglieri, oltre ai movimenti per la casa, ci sono centri sociali, sindacati, immigrati, No Tav e No Muos, che si battono contro le antenne per le telecomunicazioni che gli Stati uniti vogliono installare in Sicilia.